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Ecco come difenderci dalle grandi abbuffate

Impazza la crisi, ma, credetemi, per la tavola e per la salute può andarci solo meglio. I danni che hanno fatto i cibi “del...

Tags: carne / pesce / frutta / verdura / cenone / dolci /

Impazza la crisi, ma, credetemi, per la tavola e per la salute può andarci solo meglio. I danni che hanno fatto i cibi “del benessere” sono immensi! Diabete e colesterolo alto una volta erano relegati a grassi e inoperosi borghesi da circolo Picwick, ora non c’è santo che non abbia problemi di questo tipo. La colpa è della agiatezza che ci ha fatto mangiare a iosa bistecconi, filetti e prosciutti.

Ma diamo un’occhiata a ciò che compriamo e cuciniamo.

La carne: se compro filetto o bistecche spenderò circa 22 euro al chilo; in cucina metterò la bistecca sulla piastra o sulla brace e cuocerò ad alta temperatura questa delizia. Ma le alte temperature, purtroppo, liberano dalla carne una sostanza cancerogena chiamata acroleina. Se invece compro del bollito (sei euro al chilo) lo metterò in pentola a bollire e la temperatura non supererà i 100 gradi e quasi tutti i grassi verranno dispersi nel brodo.

La frutta: compriamo mele e pere per i nostri ragazzi ma sono tutti frutti di settembre tenuti in vita in casse frigorifero. Abbiamo invece i giardini pieni di kaki ma non li mangia più nessuno, eppure sono un frutto che cresce senza l’aiuto di alcun pesticida. Così come gli agrumi; sono cultivar robuste e quindi poco trattate con fitofarmaci, ma è bene acquistare quelli non cerati. La cera serve solo a non far disidratare il frutto che così dopo due mesi è sempre bello a vedersi ma con la vitamina C completamente scomparsa.

Il pesce: hanno la loro stagionalità. Inutile cercare in questo periodo spigole e orate; saranno quasi sicuramente di allevamento. Scegliamo invece pesci “antichi” dal costo bassissimo quali ad esempio il ciciarello (pesce azzurro), le sarde, le alici, le anguille (il capitone) ricco di vitamina A.

La verdura: che sia davvero a chilometri zero. Pochi sanno che buona parte dei cavoli in commercio viene dalla Cina (come anche la passata di pomodoro). Io questi non li mangio, prediligo cavoli italiani, bietole e spinaci; non mangio nemmeno peperoni e zucchine, non è il loro periodo e sono cresciuti in serra. Occhio anche alle insalate; l’arrivo del freddo bloccherà la crescita di lattuga e scarola, faremo quindi insalate con cavolfiore e sedani, unici ortaggi che resistono al gelo in campo aperto.

I primi: se compro tortellini gia pronti mi sveno; e poi non mi piacciono i conservanti usati per tenerli in vita. Prediligo invece piatti antichi come i ravioli di zucca: oltre a risparmiare assumerò senz’altro molte meno calorie (e sale) rispetto a quelli commerciali. Consiglierei zuppe antiche fatte col farro della Garfagnana: questo cereale antico per crescere non ha bisogno né di concimi chimici né di pesticidi; mescolato a legumi toscani è eccezionale.

Dolci: e qui vengono i dolori! Una volta per fare un dolce si usava latte, burro, uova, farina, cioccolato. Provate a leggere invece l’etichetta di un dolce confezionato, troverete una lista lunga come quella della spesa: oli vegetali (palma e cocco), grassi idrogenati, conservanti, acidificanti, addensanti, gelificanti, roba da brividi. Se se ne mangia un pezzo, il giorno dopo abbiamo il colesterolo alle stelle. Se invece mi affaccio alle nostre torte antiche posso avere solo salute: torta coi bischeri, panettone, castagnaccio con ricotta e pinoli. Quest’ultimo in particolare è un dolce eccezionale per la salute: la farina di castagna è ecologica ed energizzante, i pinoli sono ricchi di omega tre (acidi salvacuore) la ricotta è in assoluto il formaggio più magro che esiste. Una fetta di questo dolce non arriva a duecento calorie, contro le seicento di un dolce mercenario.

24/12/2011

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